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All’apparenza sembrano braccialetti tecnologici oppure orologi e si indossano prima di coricarsi. In realtà si chiamano Sleep Tracker e sono l’ultima moda, che sta dilagando con il “passaparola” tra chi soffre, oppure pensa di soffrire, di disturbi del sonno. Il dispositivo è collegato tramite un’App allo smartphone, in modo da avere a disposizione un vero e proprio diario della qualità del sonno ed eventuale notifica della presenza di russamento e apnee notturne. Ma gli Esperti non sono convinti della validità del monitoraggio attravesro gli Sleep Tracker.
Per sapere se questi dispositivi possono essere considerati affidabili o meno, all’Istituto Humanitas San Pio X di Milano è stato effettuato un test su alcuni pazienti. Le App sono state suddivise in base a ciò che offrivano ed è stato richiesto ai pazienti - seguiti da un punto di vista clinico - di provarne alcune.
L’idea di tenere sotto controllo i pazienti nel corso delle prove ha fatto emergere il grande pericolo legato all’utilizzo di queste applicazioni. Vale a dire, quello di cadere nel fai da te. Alcune per esempio forniscono la possibilità di calcolare il rischio di apnee notturne. Questo va bene se il risultato ottenuto è una spinta per rivolgersi al medico per una visita approfondita, completa di esami. Non va bene invece se, come purtroppo spesso accade, porta a cercare approfondimenti in rete con un’elevata probabilità di cadere in siti non affidabili.
Il parere è un “ni” anche quando lo Sleep Tracker diventa dissuasore di posizione. Va bene infatti quando è già stata effettuata la diagnosi e lo specialista ha evidenziato che le apnee sono legate alla posizione e che il disturbo respiratorio è presente solamente in posizione supina. In questo caso funzionano bene: grazie all’App, lo Sleep Tracker, che è a contatto col corpo, avverte la modifica della posizione ed emette una vibrazione che induce la persona a girarsi su un fianco e nel tempo a disabituarsi dal dormire supino.